lunedì 16 febbraio 2009

Il Centro di Medicina Sociale di Foggia inserito nel progetto "Non Solo Fannulloni" del Ministrero della Pubblica Amministrazione e Innovazione


Il "CENTRO DI MEDICINA SOCIALE PER ALCOLDIPENDENZA, FARMACODIPENDENZA E DISAGIO DIFFUSO" dell'Azienda ospedaliero-universitaria "OSPEDALI RIUNITI" di FOGGIA - responsabile: Dr. Mariano Loiacono - è stato inserito nella banca dati del progetto "NON SOLO FANNULLONI" indetto dal MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E L'INNOVAZIONE presieduto dall'On. Renato Brunetta, quale esempio "di professionalità, di innovazione, di coraggio nello sperimentare nuove soluzioni volte a ridurre i costi, migliorare i servizi, rispondere meglio alle esigenze di cittadini e imprese". Andando sul sito www.nonsolofannulloni.forumpa.it, nella sezione "800 e più storie"-> "Casi Selezionati"-> "ASL/AO", scorrendo nell'elenco si troverà la voce:
-clicca sul link per visualizzare la pagina dedicata-

Presso il nostro Centro (una struttura semplice di day-ospital) da 33 anni viene praticato un modello innovativo di approccio alla cura-riabilitazione-prevenzione-formazione nel campo delle cosiddette "tossicodipendenze" e della cosiddetta "salute mentale" attraverso il "METODO ALLA SALUTE", una forma di psicoterapia atipica ideata dal Dr. MARIANO LOIACONO (psichiatra-psicoterapeuta) che, avvalendosi non solo dei codici verbali ma anche di quelli del corpo e delle emozioni profonde, ed integrando in un modello globale anche caratteristiche dell'auto-mutuo-aiuto, del counseling, delle pratiche etnico-spirituali (ove proposte dalle stesse persone in trattamento), ecc., parte da quattro caratteristiche in controtendenza-innovazione rispetto ai modelli attualmente dominanti in psichiatria-psicoterapia:
1) non prevede l'utilizzo di psicofarmaci o sostanze sostitutive; aiuta invece (ove possibile, in collaborazione con i familiari o accompagnatori) a scalarle e a smetterle, per tornare a vivere autonomamente; tale risultato si cerca di raggiungerlo grazie all'attivazione di "dinamiche di vita" complesse e rigenerative; tutte le sostanze psicoattive (alcol, droghe, psicofarmaci), oltre a comportare evidenti e invalidanti effetti collaterali, sono considerate "copie false" dei neurotrasmettitori, di quelle sostanze fisiologiche interne che ogni persona è in grado di produrre (o di tornare a produrre) per il proprio benessere, integrando anche i momenti di negatività;
2) opera in modo integrato in gruppi misti ("Gruppi Alla Salute") che accolgono al loro interno qualsiasi sintomatologia di disagio, definito unicamente come "disagio diffuso" nelle sue molteplici manifestazioni (dipendenze da sostanze psicotrope -alcoldipendenza, tossicodipendenza e farmacodipendenza-, "dismaturità", sindromi psicotiche bipolari e deliranti, depressioni, disturbi dell'alimentazione, attacchi di panico, ansia, disturbi da deficit dell'attenzione e iperattività "A.D.H.D.", sindromi border-line, conflittualità sociale e istituzionale, disabilità psico-fisiche, disagio "asintomatico", ecc.), in una modalità che consente di superare l'attuale parcellizzazione-frammentazione dei Servizi sanitari e socio-assistenziali a seconda della diagnosi, e di lavorare simultaneamente sui familiari (presenti nello stesso gruppo) per modificare le dinamiche ordinarie che originano o aggravano il disagio e per prevenire futuri sviluppi sintomatologici degli altri membri (ancora "asintomatici") del nucleo familiare;
3) sperimenta il superamento della competenza esclusiva dei medici, psicologi ed educatori nel campo del disagio, consentendo a persone in trattamento (o ex) di qualsiasi età, sesso, scolarizzazione, condizione sociale e storia clinica di acquisire competenze di teoria-prassi e di condurre le sedute di gruppo e la formazione diventando volontari "accompagnatori", che tra l'altro contribuiscono alla riduzione dei costi e sopperiscono alle carenze di personale-difficoltà-"burn-out" delle figure professionali istituzionali;
4) favorisce la creazione di una rete sociale di "Comunità Globale" sul territorio tra operatori, collaboratori, familiari e persone in trattamento, che consente tra l'altro di: consolidare i nuovi stili di vita e di salute acquisiti dalle persone in trattamento; continuare l'intervento "terapeutico" nella vita ordinaria anche al di fuori del Servizio, laddove i casi più difficili o in "fase acuta" lo richiedessero, così da evitare (ove possibile) il ricorso a "trattamenti sanitari obbligatori" (TSO) o ricoveri; attivare iniziative di formazione, prevenzione, auto-mutuo-aiuto e intrattenimento ludico-artistico attraverso le Associazioni "Alla Salute" - Onlus (finora attivate una in Puglia e una nelle Marche).
I presupposti e i risultati del Metodo Alla Salute sono basati su un superamento della visione medico-psichiatrica del "disagio mentale" basata sul concetto dell'"uomo chimico", individuando invece le cause del disagio psico-sociale odierno nel travagliato processo di "mutamento antropologico" in atto negli ultimi decenni, a seguito della crisi dovuta ai processi di globalizzazione economico-culturale e di frammentazione dei saperi-stili di vita-istituzioni-visioni del mondo: il disagio-sintomo viene quindi letto non come "malattia" (soprattutto non geneticamente determinata) ma come risorsa e spinta evolutiva, sia personale che sociale.

Tale positiva segnalazione è contenuta anche nella banca dati del progetto "BUONI ESEMPI" (www.buoniesempi.it) indetto dal Ministero della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e dall'organizzazione Fondo Sociale Europeo, al seguente link:


FONTE

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