sabato 21 febbraio 2009

SANGRE DE GRADO: UNA RESINA PRODIGIOSA

Il suo NOME SCIENTIFICO è CROTON LECHLER, un lattice resinoso che si ottiene da un albero chiamato Croton lechleri, della famiglia dell’Euphorbiaceae, cresce nella regione Amazzonica, è di colore rosso vino scuro, con odore caratteristico e sapore astringente. Sono state identificate varie proprietà medicinali.

Il Sangre de Grado è stato impiegato con successo nel corso di studi clinici contro la diarrea correlata all'assunzione di farmaci, alla chemioterapia e alla radioterapia; è stato inoltre utilizzato contro infezioni microbiche intestinali, diarrea del viaggiatore e diarrea in persone con AIDS. Viene inoltre impiegato nelle ulcere e più in generale coma agente naturale antibatterico e antivirale.

Si somministra per via topica e ha effetti benefici sulla cicatrizzazione in caso di tagli, ulcere, ustioni e ferite. Le proprietà antinfiammatoria e cicatrizzante del latice sono stati attribuiti alla taspina e al lignano.

Ne ho avuto notizia di recente da una corrispondenza con Ingrid Nainman, herbalist di lunga esperienza e produtrice di rimedi naturali, cita il DRAGON'S BLOOD (come viene chiata in inglese questa resina) utile oltre che per guarire le ferite, anche per le ulcere gastriche. Tra le altre cose, sembra che ispessisca la membrana delle mucose dello stomaco. Lei lo utilizza all'interno di una formula antiparassitaria di un suo prodotto erboristico,
perchè dice:
"c'è il rischio teorico di una emoraggia interna quando un parassita muore in una posizione in cui ha perforato un organo. Pensate solo alla filaria (heartworm). I parassiti possono trovarsi ovunque nel corpo e a volte perforano tessuti e persino calcoli biliari"

ed aggiunge:
" Quando ero in Europa, lo usavamo solitamente nelle sale operatorie per ridurre le emoraggie (o meglio quasi eliminarle totalmente). Muovevo le mie mani dietro il chirurgo e mettevo gocce della resina nelle aree che stava tagliando. Questo consentiva di gestire molto meglio la situazione, con poca o nessuna perdita di sangue, molto meno dolore dalle ferite e dai tagli e questo rendeva più veloce il processo di guarigione. Un dono affascinante dalle tradizioni etnobotaniche".
FONTE

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