giovedì 12 febbraio 2009

LA RECESSIONE ECONOMICA E GLI EFFETTI SULLA SALUTE


"Oggi il tema più dibattuto è cosa si può fare per alleviare questi tempi difficili. Ma, oltre le classiche domande degli economisti, ci si può anche chiedere come la recessione stia cambiando le nostre vite.

Tutte le recessioni hanno effetti sociali e culturali. Nelle recessioni più dure, ovviamente, i cambiamenti sono più profondi. Ad esempio, si può guardare alla Grande Depressione non solo come un'era economica, ma anche come un'era sociale e culturale. È molto probabile, quindi, che anche la presente recessione porti a cambiamenti in vari settori: dalle nostre abitudini di divertimento alla nostra salute.

In primis, prendiamo in considerazione l'intrattenimento ed i divertimenti. Molti studi hanno dimostrato che, quando un lavoro è meno facile da trovare o meno redditizio, le persone tendono ad impiegare più tempo per divertimenti con pochi costi, ed anche per il miglioramento di sé stessi. Durante la Grande Depressione, ciò significava ascoltare la radio, e passare il tempo in salotto, giocando con giochi da tavola invece che in notti brave nei locali della città. Queste tendenze casalinghe persistettero anche dopo la crisi, per tutti gli anni Cinquanta.
Anche nella recessione presente ci possiamo aspettare che le persone preferiscano intrattenersi con attività meno costose; ed è probabile che mantengano questa tendenza per anni. Potrebbe così aumentare l'interesse per i contenuti gratuiti disponibili su Internet ed i semplici piaceri di una passeggiata quotidiana, al posto delle vacanze costose e dei biglietti per le partite basket.
Ci potremmo aspettare un abbandono dei ristoranti più alla moda, di contro ad un maggiore frequentazione delle biblioteche pubbliche. Cambiamenti del genere accadono spesso nelle recessioni; ma in questa potrebbero essere più pronunciati che in passato. Recessioni e rallentamenti dell'economia non sono positivi per la salute mentale.

Tuttavia, fatto molto poco noto negli Stati Uniti e negli altri paesi sviluppati, durante le recessioni la media della salute fisica sembra migliorare. È sicuramente spiacevole perdere una busta paga, ma l'eliminazione degli stress a cui conduce un lavoro può anche avere effetti benefici.
La gente tende a viaggiare di meno in automobile, così diminuendo il rischio di incidenti, ed a consumare meno alcoolici e tabacco. C'è anche più tempo per dormire e per fare esercizio, così come per preferire al fad food un buon pasto preparato in casa.
In un articolo del 2003 "Vivere in salute durante tempi difficili", Cristopher J. Ruhm, un economista dell'Università della North Carolina a Greensboro, ha scoperto che il tasso di mortalità cala quando la disoccupazione aumenta.
Negli Stati Uniti, ad esempio, una crescita dell'1% del tasso di disoccupazione ha portato ad un calo del tasso di mortalità dello 0,5%. In un libro del 2006 - "Il Mito della Grande Depressione" - David Potts ha studiato la storia sociale dell'Australia negli anni '30. Il tasso di suicidi in Australia ebbe un picco nel 1930, ma la salute generale migliorò, e diminuì il tasso di mortalità. Dopo il 1930 anche il numero di suicidi diminuì.
Ma nonostante questo studioso abbia riscontrato nelle interviste che molte persone ricordavano con affetto quegli anni di depressione, non dovremmo affrettarci a concludere che quelli di depressione sono tempi felici. Molti esempi come questi sono meramente illusori. Come ha documentato lo psicologo di Harvard Daniel Gilbert, nel suo best-seller "Stumbling on Happiness", la gente ha spesso ricordi rosei di periodi molto stressanti, quali quelli di estrema povertà o di guerra.
Tuttavia, questa recessione potrebbe significare che la prossima generazione sarà più prudente. Questa implicazione è stata studiata da due professori, Ulrike Malmendier dell'Università di California a Berkeley e Stefan Nagel della Stanford Business School, in un loro articolo del 2007: "Bambini della depressione: come influiscono le esperienze macroeconomiche sull'accettazione del rischio?".
In altri termini, i teenager di oggi hanno meno possibilità di fare scelte folli nel mercato azionario di domani. Potranno così perdere molte buone opportunità di guadagno, ma commetteranno anche meno errori.
Molti di noi saranno più frugali e si dedicheranno di più a sé stessi ed alle loro famiglie.

tratto dal: NewYorkTimes 31 gennaio 2009
di Tyler Cowen, Professore di Economia alla George Mason University
Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di M.

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